giovedì 14 marzo 2024

LUOGHI DEL CUORE. MILANO, QUARTIERE GIAMBELLINO

MILANO, QUARTIERE GIAMBELLINO

Giambellino nasce nella prima metà del Novecento dall’estensione della zona industriale di porta Genova, dovuta alla vicinanza del Naviglio Grande e della Ferrovia Milano-Mortara. Le prime case sono popolari, con una forte matrice operaia. Mentre Milano si popola di immigrati provenienti da zone sempre più lontane, la fabbrica è l’esperienza intorno alla quale si sviluppa l’identità del Quartiere, fatta di orgoglio professionale e solidarietà. Il quartiere si sviluppa con direttrici sud-nord e est-ovest, a partire dal centro città e dalle vie di comunicazione sulle quali sono nate le fabbriche, fino a raggiungere una densità considerevole, conservando una quota estremamente rilevante di patrimonio abitativo pubblico, a rinnovare l’identità storica del quartiere nonostante la grande ondata migratoria dal sud. Nel quartiere, povero e gravato di problemi, nascono le prime sperimentazioni di frontiera su temi di grande impatto sociale: il Giambellino rappresenta in questi anni un esempio virtuoso di integrazione e promozione sociale.


Oggi vi riporto a Milano, nel quartiere Giambellino (dalla via omonima intitolata al pittore italiano del XV secolo Giovanni Bellini detto il Giambellino) ad un indirizzo preciso: via Odazio 6.
A questo indirizzo hanno abitato i miei nonni, mio papà fino al suo matrimonio con mia mamma e la zia Lina fino ad una quindicina di anni fa.
Mia nonna, mamma del mio papà, si chiamava Charlotte Regina Thomas. Era nata nel 1906 vicino a Strasburgo ed era arrivata a Milano con la famiglia, così come tanti altri migranti francesi, agli inizi degli anni quaranta, all’infuriare della seconda guerra mondiale.
Nonna Charlotte, operaia alla Borletti, era soprattutto una partigiana, combatteva nella Resistenza, fu promotrice dei grandi scioperi del marzo del 1944 e per questo fu deportata e morì a Bergen Belsen pochi giorni prima della liberazione. Nonna Charlotte lottava per “il pane, la pace e la libertà”.

Giovedì 7 marzo 2024, in Via Odazio 6 è stata posta una pietra d’inciampo in memoria di mia nonna: una cerimonia affollata e commossa alla quale ho partecipato con mio fratello Federico, mia sorella Gabriella e Laura, la più piccola delle mie cugine (per lei nonna Charlotte è la bisnonna).
Ho conosciuto tante persone che animano il quartiere e che agiscono perché la memoria delle persone come mia nonna non vada persa, perché il quartiere possa continuare a vivere, perché le disuguaglianze e le difficoltà si possano arginare.

In questi giorni di commozione e di orgoglio ho pensato tanto al mio papà, a quanto deve aver sofferto; lui non mi ha mai parlato della sua mamma partigiana. Forse il mio papà avrebbe preferito una mamma meno forte e più vicina, una mamma che non sacrificasse la propria vita per la libertà di tutti. Anche della nostra oggi.
Penso al mio papà con affetto e con nostalgia, a quel caseggiato di via Odazio dove andavamo a trovare la zia Lina. Ho rivisto quei luoghi a distanza di decenni, un caseggiato identico a come me lo ricordavo da bambina ma che mostra tutti i segni del tempo. Penso al mio papà, rimasto senza mamma, con la zia a fargli da mamma.
Mi manca molto. Mi piacerebbe incontrarlo di nuovo e parlare con lui, e chiedere a lui della nonna Charlotte.

Martedì prossimo, 19 marzo, festeggeremo tutti i nostri papà. Io sono molto felice di avere avuto un papà come il mio, sono orgogliosa della nostra vicenda famigliare. E so che anche lui, ovunque si trovi, è orgoglioso di me.

Nonna Charlotte

Pietra d'inciampo nonna Charlotte



giovedì 7 marzo 2024

LUOGHI DEL CUORE. SORRENTO

SORRENTO

Sorrento è una cittadina costiera della Penisola sorrentina che si trova di fronte alla baia di Napoli, nella parte sud-occidentale dell'Italia. Piccola ma assolutamente imperdibile, Sorrento è celebre per gli agrumeti e le viste panoramiche sul mare, per non parlare degli edifici color pastello che si trovano sulla scogliera. Non a caso, le attività principali ruotano intorno alla vita costiera: immersioni, pesca, crociere in barca e Marina Grande. A pochi passi dalla costa vi sono molte altre attrazioni, come Piazza Tasso, la vivace piazza cittadina con caffetterie caratteristiche e negozi a conduzione familiare. Da visitare la chiesa di San Francesco, che risale al XIV secolo, come anche i giardini pubblici incontaminati del vicino parco della Villa Comunale, con vista sul golfo di Napoli.


Correva l’anno 1980 e i miei genitori, evidentemente presi da desiderio di avventura, decisero di noleggiare un camper per una vacanza con destinazione Sorrento, la costiera Amalfitana, Pompei ed Ercolano. La vacanza aveva anche l’obiettivo di soddisfare il piccolo archeologo che allora alloggiava nell’animo di mio fratello. Tenuto conto che i miei non erano usi alla vita “on the road” la scelta mi parve quantomeno azzardata. Ciò nonostante mi accodai volentieri, intrigata dalle bellezze che avremmo visitato.
Fu una settimana movimentata, ricca di colpi di scena, con qualche momento di tensione tra mamma e papà come quando, forse per una curva presa male, l’intera bottiglia di sciroppo di menta si rovesciò nell’armadietto con le conseguenze facili da immaginare. In ogni caso fu una vacanza molto bella e della quale conservo moltissimi ricordi. Ora che ne sto scrivendo, mi affiorano alla mente le immagini della costiera con i suoi magnifici scorci, lo scintillio del mare, il profumo di limoni e soprattutto il colore dei limoni: il giallo!

Il giallo dei limoni di Sorrento mi porta al giallo delle mimose che ormai sono esplose nella loro fioritura e da lì al giallo simbolo di un giorno preciso: domani 8 marzo, festa della donna.
Pasticceria Su Misura ha iniziato a tingersi di giallo: le scatolette di macaron gialli al limone, le tortine con crema al limone e i piccoli semifreddi di cioccolato bianco e zest di limone. E domani sarà un tripudio di questo colore.

L’8 marzo è una festività e come tale è quindi una bella occasione per proporre dolci a tema, per fare festa. È pur anche vero che ho spesso guardato con un filo di sospetto questo giorno: dedicare una giornata alle donne come fossero un mondo a parte mi è sempre parso un modo per sottolineare che le donne, in quanto tali, hanno bisogno di una festività per elevarle di livello, per riconoscerne l’intrinseco e immenso valore. Purtroppo però il nostro non è un mondo ideale e sono sempre troppe le donne che subiscono la violenza degli uomini, troppe le donne uccise il più delle volte da coloro che sostengono di amarle, troppe le donne prive di libertà, di autonomia, di uno stipendio adeguato.

E allora ben venga un giorno che, più di tutti gli altri, sottolinei il valore, l’importanza di tutte le donne.
Buon 8 marzo a tutte.

Cream Tart per la festa della donna



giovedì 29 febbraio 2024

LUOGHI DEL CUORE. VALTOURNENCHE

VALTOURNENCHE

La Valtournenche è una valle laterale dominata dal Cervino, montagna che si impone con sua inconfondibile forma piramidale. Questa montagna di 4.478 m, autentica icona delle Alpi, attirò i primi alpinisti, suscitando in alcuni una vera ossessione. La Valtournenche divenne così nell’Ottocento meta ambita da facoltosi viaggiatori stranieri, in prevalenza inglesi, e fu tra le prime località a godere di uno sviluppo turistico.
Ai piedi della Gran Becca – il nome locale del Cervino – si estende l’ampia conca del Breuil che divenne una delle prime stazioni per il turismo invernale grazie alla costruzione di ardite funivie, opera del genio visionario di Dino Lora Totino, già a metà degli anni ’30. Sebbene Cervinia sia la località più nota della vallata, in realtà il Breuil non è che una frazione del comune di Valtournenche che comprende tutta la testata della valle.
Oltre al Breuil e al capoluogo, il comune è formato da numerosi piccoli villaggi che conservano begli esempi di architettura rurale tradizionale.


Complice il freddo di questi ultimi giorni e della pioggia che, poco sopra i nostri sguardi, si è trasformata in neve imbiancando le cime delle montagne intorno a noi, mi è tornata un filo di nostalgia per la mia infanzia. Valtournenche è stato per molti anni un luogo di vacanza tanto invernale quanto estivo per la mia famiglia. Confesso che d’estate, da bambina, preferivo di gran lunga il mare ma in inverno adoravo questo luogo e adoravo andare a sciare.
La casa dove trascorrevamo le nostre vacanze era un appartamento vicinissimo alla seggiovia che portava sui campi da sci. I miei genitori affidavano me e mia sorella a una super maestra che ci insegnava lo sci e l’amore per la montagna. Io ero davvero entusiasta mentre mia sorella lo era decisamente meno: al mattino erano pianti e strepiti che lei a sciare proprio non ci voleva andare e a me, sorella piccola, toccava aspettarla, sbuffando.
La nostra maestra ci portava sui campi da sci ma qualche volta anche nel bosco: un’esperienza magica!
Le soste previste erano due, e una delle due era (credo) tenuta nascosta a mamma e papà!
Infatti la maestra qualche volta, o forse è stata una sola volta ma i miei ricordi sono arricchiti dalla fantasia, ci portava da una amica, proprietaria di una piccola baita nel bosco, che ci scaldava con un pochino di vin brûlé.
Spesso però ci fermavamo in alto alla seggiovia in un rifugio dove potevamo gustare una cioccolata calda davvero meravigliosa.

Ho smesso di sciare tanti anni fa ma i ricordi di quelle vacanze li sento davvero molto vividi.
Solo il rammarico che da diversi anni ormai i nostri inverni sono sempre più tiepidi ed asciutti, le montagne sono senza o con poca neve, i ghiacciai solo un tenue ricordo.
E le piste da sci forse ora pure troppe rispetto alle condizioni climatiche e ambientali che, io credo, dovrebbero portare ad un ripensamento di questi sport.

Però il gusto della buona cioccolata mi è rimasto e per Pasticceria Su Misura prepariamo una polvere con cioccolato, cacao e pochissimo zucchero per una cioccolata da campioni. Una bevanda tutta invernale che, qualche volta, con nostra grande sorpresa ci viene chiesta anche fuori stagione. Ma voi sapete come la penso: ogni stagione ha le sue caratteristiche e quindi niente cioccolata calda in estate, ma ora indubbiamente sì.



giovedì 22 febbraio 2024

LUOGHI DEL CUORE. MANTOVA

MANTOVA


Nel XII secolo l'architetto e ingegnere idraulico Alberto Pitentino, su incarico del Comune di Mantova, organizzò un sistema di difesa della città curando la sistemazione del fiume Mincio in modo da circondare completamente il centro abitato con quattro specchi d'acqua, così da formare quattro laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore e Paiolo; Mantova, di fatto, era un'isola.
Alla campagna si accedeva attraverso due ponti, il Ponte dei Mulini e il Ponte di San Giorgio, ancora esistenti.
In età comunale venne tracciato il Rio, un canale che taglia in due la città, collegando il lago Inferiore a quello Superiore. Altre dighe e chiuse consentirono un'adeguata difesa dalle acque.
Nel XVII secolo una forte inondazione diede inizio a una rapida decadenza: il Mincio, trasportando i materiali solidi, trasformò i laghi in paludi malsane che condizionarono ogni ulteriore sviluppo; fu prosciugato, allora, il lago Paiolo a sud, in modo che la città restasse bagnata dall'acqua solo su tre lati, come una penisola ed oggi ancora si presenta così.


Sono stata a Montava diversi anni fa in compagnia del mio bene amato per seguire uno dei suoi concerti e avendo tutta la giornata a disposizione e non grande fretta di rientrare ne approfittammo per fare un po’ i turisti.
Ho il ricordo di un viaggio lunghissimo, quasi interminabile! In effetti la città dei Gonzaga si trova nell’angolo più a est della nostra regione compreso tra Veneto ed Emilia-Romagna.

Mantova è molto particolare, circondata da tre specchi d’acqua artificiali ricavati dall’ansa del fiume Mincio: la sensazione che si sperimenta è davvero magica perché la città sembra nata dall’acqua. I luoghi più noti della città sono indubbiamente Palazzo Ducale e palazzo Te, ma il mio ricordo è proprio legato all’acqua, acqua che circonda, acqua che scorre, acqua che protegge, acqua presente quando meno te lo aspetti.

Io ho una vera predilezione per tutti i luoghi accanto all’acqua, che si tratti di fiumi, laghi o mare; infatti anche la casa dove abitiamo da anni è posta su un piccolo lago, il lago di Pusiano, e guarda caso da molti anni svolgo la mia attività in una città lacustre. Forse è questo il motivo che mi fa serbare così dolce ricordo di quella gita.

Oggi ho voluto portarvi proprio qui, in questa bella città ricca di storia e ricca anche di buona cucina e ottimi dolci, il più noto dei quali è certamente la “Sbrisolona”: torta ricca di mandorle, tanto burro e mescola di farina di frumento e farina di mais. Una torta dura ma friabile, dal sapore ricco che va realizzata e servita in pezzi grossolani.
Non sono sicura che quella che vi propongo da noi sia la versione “originale”, sempre che una versione originale di qualsivoglia dolce esista effettivamente, ma a me piace molto: e voi, l’avete assaggiata?

La nostra Sbrisolona


giovedì 15 febbraio 2024

LUOGHI DEL CUORE. VENEZIA

VENEZIA

Venezia è tra le primissime città nel mondo per bellezza ed importanza storica, artistica e culturale. Comprende sia territori insulari sia di terraferma ed è articolato attorno ai due principali centri di Venezia (al centro dell'omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma).
La città è stata per 1.100 anni la capitale della Serenissima Repubblica di Venezia ed è conosciuta a questo riguardo come la Serenissima. Per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, è universalmente considerata una tra le più belle città del mondo, dichiarata, assieme alla sua laguna, patrimonio dell'umanità.
Insieme a Cannes e Berlino, è considerata una delle capitali del cinema europeo, grazie alla Mostra internazionale d'arte cinematografica.


Sono stata parecchie volte a Venezia: da bambina andavo con la famiglia al mare a Jesolo e la gita nella città lagunare era una tappa irrinunciabile.
Da grande sono stata diverse volte a visitare la Serenissima, con amici e amiche a trovare altri amici e amiche, un po’ in tutte le stagioni. Personalmente trovo che, in barba all’umidità, Venezia dia il meglio di sé durante l’inverno, con la bruma che si alza dall’acqua donandole un che di fantastico.

Ho pensato a questa stupenda città perché mi è parso un buon modo (anche se forse non troppo originale!) per legare i due avvenimenti clou di questa settimana: San Valentino festa degli innamorati, e Venezia è indubbiamente romantica, e il Carnevale.

Era forse il mio primo anno di università quando, con due care amiche, organizzammo di andare a Venezia in occasione del Carnevale, diventato ormai famosissimo. Ognuna di noi aveva realizzato il proprio costume; una delle mie due amiche, allieva dell’accademia di belle arti, avrebbe provveduto a dipingere i nostri volti con i nostri personaggi. Io incarnavo un pagliaccio triste, con indosso un enorme costume bianco e fucsia, credo l’unica volta nella mia vita in cui avessi preso in mano ago e filo.
Fu un viaggio molto avventuroso; ospiti di amici di amici di amici, studenti della facoltà di lingue orientali, non dormimmo per due giorni interi per non perdere neanche un istante dell’atmosfera carnevalesca. Tornammo sfinite ma entusiaste.

In effetti credo proprio che quello fu il mio ultimo Carnevale: gli anni, gli studi, il lavoro, la vita mi hanno fatto perdere l’entusiasmo per questa ricorrenza della quale, oggi come oggi, ne farei anche a meno. Pasticceria Su Misura non ne fa certo a meno, però! E visto i tempi stretti imposti dalla Pasqua alle porte, terminata la pausa post natalizia, vi abbiamo subito proposto chiacchiere e tortelli alla crema.
Dopo l’ubriacatura di cuori e amore del giorno di San Valentino, siamo però pronte ad archiviare anche i dolci tipici del Carnevale per tuffarci senza indugio nella produzione di uova di cioccolato! 
Ma questa è un’altra storia…

Mono Sacher San Valentino






giovedì 8 febbraio 2024

LUOGHI DEL CUORE. LECCE

LECCE

Capoluogo dell'omonima provincia della Puglia e principale centro urbano del Salento, Lecce è situata in posizione pressoché centrale della penisola salentina, tra la costa adriatica e quella ionica ed è il capoluogo di provincia più orientale d'Italia.
Le antiche origini messapiche e i resti archeologici della dominazione romana la inseriscono tra le città d'arte d'Italia, tanto da essere denominata la "Signora del Barocco”. La città, infatti, si distingue per la ricchezza e l'esuberanza del barocco tipicamente seicentesco delle chiese e dei palazzi del centro, costruiti nella locale pietra leccese, calcare molto adatto alla lavorazione con lo scalpello. Lo sviluppo architettonico e l'arricchimento decorativo delle facciate furono particolarmente curati durante il Regno di Napoli e caratterizza la città in modo talmente originale da dar luogo alla definizione di barocco leccese.
È sede dell'Università del Salento, già Università di Lecce, ed è stata capitale italiana della cultura nel 2015.


Il mio primo ricordo di Lecce risale a parecchio tempo fa, quasi agli albori della mia vita lavorativa. Avevo allora, infatti, un collega che quasi ogni giorno, per un motivo o per un altro, decantava le meraviglie di Lecce tanto da sostenere che avrebbe molto desiderato andarci a vivere.
La prima volta che visitai Lecce, nel corso di una vacanza in Salento in compagnia di carissimi amici, rimasi a bocca aperta: lo stupore fu immenso! Tutti i palazzi sembrano ricamati a mano, pizzi e merletti ovunque si posasse il mio sguardo.

Tornai nuovamente in Salento con il mio bene amato quando, con Pasticceria Su Misura ben avviata, ebbi la possibilità di ritagliarmi una settimana di vacanza nel mese di giugno, il mese da me preferito (per inciso, un paio d’anni prima del 2020! La parentesi di giugno durò pochissimo, ça va sans dire).
Una settimana perfetta, agriturismo pressoché a nostra completa disposizione, poca gente, mare incantevole e clima idilliaco.
Rispetto alla mia precedente vacanza la differenza era proprio Pasticceria Su Misura! La mia curiosità era attratta in particolare dalle vetrine delle numerose pasticcerie presenti nei grandi centri, Lecce in primis, come nei paesini più sperduti.
Ovviamente durante quella settimana assaggiammo ovunque il famoso pasticciotto e al ritorno decisi che lo avrei proposto anche io in Pasticceria, pur non essendo riuscita ad estorcere alla proprietaria dell’agriturismo uno straccio di ricetta.

È così che nel 2018 nasce il pasticciotto “lecc(h)ese” che ormai è una presenza irrinunciabile nel nostro banco nella doppia versione: solo crema o crema con amarene.
Certamente a Lecce e un po’ in tutto il Salento si trovano pasticciotti di mille tipi diversi, ma noi preferiamo concentrarci su queste due tipologie, entrambe molto apprezzate.

La scorsa estate, dopo qualche anno di sola montagna, anche Ilaria ha trascorso una bella vacanza in Salento e al suo ritorno mi ha confidato che il nostro pasticciotto è molto più buono di quelli assaggiati sul posto.
Che non lo avete assaggiato non ci credo!

I nostri Pasticciotti


giovedì 1 febbraio 2024

LUOGHI DEL CUORE. NOVARA

NOVARA

L'antico nucleo cittadino di Novara, di forma pressoché pentagonale, è situato su un modesto rilievo collinare e conserva ancora per gran parte, nonostante le pesanti manomissioni in chiave moderna e le molte architetture neoclassiche, l'antico impianto medievale con strade ciottolate e piccole.
Anticamente la città era dotata di una cinta muraria avente un perimetro di 2200 metri, innalzata alla fine del I secolo d.C. durante l'età imperiale. Parzialmente distrutte nel 1110 le mura furono successivamente ricostruite ed infine demolite agli inizi del Novecento per permettere lo sviluppo cittadino. Due tratti delle antiche mura romane, tornate alla luce a seguito di scavi archeologici, sono visibili oggi presso largo Cavour e nell'area verde tra via Solaroli e via Dominioni. Esse appaiono realizzate con la tecnica dell'opus mixtum utilizzando ciottoli di fiume legati tra loro con malta, posti di piatto e intervallati da basse fasce orizzontali in mattone. Dopo il loro abbattimento, le mura hanno lasciato posto agli attuali baluardi, grandi viali alberati che circondano il centro storico.
Il monumento più celebre di Novara è la basilica di San Gaudenzio, costruita tra fine Cinquecento ed inizio Seicento, e caratterizzata dall'imponente cupola neoclassica a pinnacolo (alta 121 metri) progettata da Alessandro Antonelli e aggiunta al corpo della chiesa nella seconda metà del XIX secolo, da molti considerata la più alta al mondo in mattoni.


Piccola e deliziosa cittadina piemontese a ridosso della Lombardia, Novara ha per me una forte valenza sentimentale. Ammetto che ai tempi della mia prima vita lavorativa le mie conoscenze di questa città erano limitate all’esistenza della Banca Popolare di Novara, ma all’alba del nuovo millennio la città è entrata a pieno titolo nella mia vita. Ho infatti avuto l’enorme fortuna di incontrare la persona che ha rivoluzionato la mia esistenza sentimentale e lavorativa. Dovete sapere che il mio bene amato ha trascorso lunghi anni di lavoro proprio a Novara, presso il Conservatorio Cantelli che ha sede nel prestigioso Palazzo Gallarini la cui visione, anche solo esterna, vale la gita a Novara: le tegole del palazzo formano un mosaico di stupenda bellezza.

Così anche io mi sono spesso trovata a Novara per seguire i concerti del Conservatorio, i concerti in teatro, i concerti in Basilica. Insieme abbiamo visitato bellissime mostre al Castello, abbiamo passeggiato per il centro storico, visitato Piazza delle Erbe, il Broletto con la stupenda sala dell’Arengo, acquistato libri alla libreria Lazzarelli che solo entrarvi riempie di gioia e di stupore.

E anche oggi, giovedì 1^ febbraio, saremo a Novara per il consueto concerto di San Gaudenzio. Infatti il mio bene amato ha creato un’Orchestra dove suonano anche molti suoi allievi ed ex allievi; una realtà viva dal 1994 nonostante le difficoltà che tutto ciò che è arte, cultura, musica incontrano al giorno d’oggi.

E Pasticceria Su Misura? Beh, intanto è grazie al “novarese” d’adozione che Pasticceria Su Misura esiste: a lui va il merito di avermi spinto ad iniziare questa stupenda avventura di piccolo imprenditore artigiano del dolce. Poi ci sono dei biscotti che piacciono molto a tutti e che sono una versione dei tipici biscotti di Novara: i novaresi. Dalla forma allungata, coperti di granella di zucchero, dolci e friabili, questi biscotti da noi sono fatti con farina di riso e si chiamano “novarIso”, leggeri e sfiziosi, perfetti per un te delle cinque. Sono certa che li conoscete molto bene.

Biscotti Novariso